Tutti odiano dire banalità. Ma se son banalità significa che son cose vere e sotto gli occhi di tutti. Quindi oggi voglio ridare dignità a una banalità che mi balza davanti giorno dopo giorno:
come caspita cresci in fretta figlio mio?!!
Era ieri che guaivo per le ragadi mentre cercavo di allattarti, era ieri che ti medicavo il cordone ombelicale e non capivo mai se e quanta acqua ossigenata mettere, era ieri che ti mettevo il tutone imbottito per uscire nelle fredde mattine di Torino e ci navigavi dentro che non ti trovavo più.

svezzamentoE adesso? E adesso hai passato i sei mesi e siamo qui, con un seggiolone, io davanti e tu dentro, a incuriosirci davanti a una zucchina e una fetta di melone. Abbiamo iniziato lo svezzamento e un piccolo grande passo per renderti un ometto è stato compiuto.

Ma mentre tu diventi un ometto io divento una sguattera, ricretinita per giunta. Mi ritrovo al mercato a chiedere “le carotine più fresche che sono per il bimbo“, “un filettino di sogliola, ma buona mi raccomando, che è per il bimbo“, “mi dia un po’ di ricottina bella fresca che la metto nella pappa del bimbo“.
Mi metto a cuocere al vapore il tutto al mattino appena sveglia, ancora in pigiama (oh mio dio!) in modo che quando tu avrai fame sia pronto subito in tavola manco fossi il Royal Baby.
I piatti che ho cucinato te li racconto con la cura che ci metterebbe Cracco: ti parlo di lattuga, pollo, finocchi e sedano, mentre tu non fai altro che voler mettere le mani nel piatto, e poi spalmartele bene bene in faccia e in testa che è bello sentirsi impiastricciato di pappa, mamma tu non lo sai.
Ho pure scoperto che il cibo, sotto forma di pappa, mica se ne va con la lavatrice normale. C’è bisogno del PRELAVAGGIO. A MANO.
E siamo solo al pranzo. Pensa quando tra poco ci metteremo anche a cena insieme.

In tutto questo tu ridi mentre assaggi una patata, spalanchi la bocca se ti mostro una banana, resti perplesso al sapore di uno yogurt e io mi incanto a guardare le espressioni che fai, la curiosità che ti spinge a afferrare tutto, gli sforzi che compi per studiare questa nuova parte di vita.
Ci stiamo divertendo, anche stavolta. E mi pare che ti piaccia.
Penso a quanto è più semplice allattarti. A quanta fatica ci ho messo per farla diventare una cosa automatica e piacevole e facile e adesso devo cominciare invece a farti capire che noi grandi mangiamo cose diverse dal latte di mamma. Mi godo però ancora i nostri momenti del mattino, della merenda e della cena: io e te e il nostro latte. Ma penso anche a quanto mi fa ridere vederti tutto eccitato con le manine che battono sul tavolo quando vedi comparire un fusillo dal mio piatto e lo vuoi pure tu. Quindi sorrido e so che anche questa piccola rivoluzione vale la pena.

Poi, all’improvviso, mi ricordo del prelavaggio.
Gosh.

 

L’ama, non l’ama. La delizia dello svezzamento.
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