Ebbene sì, ci siamo. È arrivata l’estate.
Lo vedo dai banchi surgelati dei supermercati che hanno tolto i minestroni pronti e si sono popolati di Coppe del Nonno; lo vedo dalle vetrine delle farmacie che si sono colorate dell’arancione delle confezioni dei solari e hanno eliminato il verde smeraldo delle scatole di aspirina C; lo vedo dai piedi con le unghie colorate e perfette (come fate eh, voi donne dagli smalti smaltati, come fate ad essere già pronte?!) che spuntano dai primi sandali.

È la mia prima estate da mamma e la mia prima estate da mamma che allatta e il primo pensiero che posso formulare a tale proposito è: ragazze, si suda molto.

Finalmente, dopo mesi passati avvolti in tutone di ciniglia e body a manica lunga che per vedere un pezzo di pelle del mio bambino dovevo andare al corso di massaggio infantile al consultorio dove c’erano 30 gradi a gennaio, finalmente mi godo il mio bambino come mamma lo ha fatto: NUDO.

Finalmente c’è il contatto pelle-pelle che tanto raccomandano ostetriche e pediatri nelle prime settimane di vita: ‘Allattate nude se potete! Scopritevi completamente il busto, lasciate il vostro bambino senza body e allattatelo! Solo così si può ricreare la sensazione che il piccolo percepiva nell’utero della madre!” (E certo care ostetriche, come se nelle nostre case d’inverno ci fossero i gradi che ci sono nelle corsie di ospedale e come se non esistessero le nonne che a gennaio, se potessero, ti farebbero mettere il berretto al nipote pure in casa).

Quindi il pelle-pelle io me lo godo adesso, adesso che è giugno e in casa ci sono 28 gradi.
Me lo godo adesso e ammetto che in effetti è troppo più bello. Diciamocelo e azzardiamo il paragone: è come fare l’amore nudi oppure vestiti. Lo scambio pelle-pelle è tutta un’altra cosa.

Però, oh, si suda. Cielo se si suda. Ad ogni poppata io mi ritrovo con braccia e pancia sudatissime (magari diminuiscono così anche i rotoli della pancetta? Chissà…), ma ad avere la peggio è il piccoletto. Le gocce che gli imperlano la testa sono infinite e più le asciughi più ritornano. Più lui succhia di gusto, più suda. Quando ha finito e si stacca goduto e beato mi lascia l’avambraccio sgocciolante, per non parlare della sindone che imprime sulle lenzuola se lo allatto da sdraiato. Mi sono pure spaventata, che io tutto quel sudore non lo so dove se lo nasconde piccolo come è, però da qualche parte lo tiene se ne esce così tanto.
Però pare non risentirne. Lui resta goduto e beato e la pediatra mi ha detto di non preoccuparmi. Quindi mi beo pure io di questo caldo che ci fa spogliare, osservo l’estate che avanza, mi metto il costume da bagno per stare in casa, sogno un condizionatore che alla fine però non vorrei mai comprare e corro con il pensiero alla spiaggia.
Allatteremo anche lì, promesso! E sudore o meno, almeno ci potremo subito fare un bagno nell’acqua salata.

PS
Un unico banale ma sacrosanto consiglio: bevete, bevete, bevete e bevete acqua!
L’allattamento richiede tantissimi liquidi già di per sé, e in estate ne richiede il doppio, quindi mettete una bottiglia di acqua in ogni angolo della casa, in ogni tasca di borsa e zainetti, e bevete. Farete bene a voi e al vostro bambino.

La mamma sul tetto che scotta
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2 pensieri su “La mamma sul tetto che scotta

  • 18 giugno 2015 alle 9:37
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    Che bello articolo, Valentina. Anch’io ho allattato molto di estate: la prima è nata a marzo e la seconda, a fine agosto, ma in quel 2011 quando il caldo è durato fino al 12 ottobre (sì, me lo sono segnata). Quindi sono pienamente d’accordo con te. E tanto felice di rivivere questi bellissimi momenti grazie ai tuoi articoli, adesso che non allatto più. Brava. Un abbraccio.

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    • 21 giugno 2015 alle 22:23
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      Grazie Marcia! Mi fa piacere sapere di non essere la sola a vivere le “grandi sudate” dell’allattamento. Sono momenti indimenticabili anche con tutta la fatica che comportano. Un caro abbraccio anche a te e alla tue bambine!

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