Altro che ostetriche: ci vorrebbe Napoleone*

Sono le otto e mezzo di sera e sono già a letto.Allattare di notte Non sono malata, non sono depressa, non sto per guardare un film sotto le coperte. Sono una mamma che allatta e sono stanca. Il mio piccolino si è addormentato mezz’ora fa, io ho trangugiato un pezzo di parmigiano con un po’ di pane, mezzo pomodoro e una mela e sono corsa nel letto. Perché ogni momento di riposo è per me oro colato. Perché mi dovrò svegliare tra tre ore, e ancora tra sei, e ancora tra nove (o anche tra due, e tra quattro, e tra sei… se mi va peggio).

I bimbi allattati al seno si svegliano più facilmente di notte di quelli che prendono latte artificiale. Il latte materno richiede una digestione più veloce e il senso di sazietà svanisce velocemente. Certo: ci sono bambini che anche se allattati al seno dormono sei, sette, alcuni marziani anche otto, ore di seguito. Ma la maggiorparte dei neonati si sveglia una o due volte durante la notte per richiedere la sua dose di latte: il mio non rientra nella media. Ci svegliamo due, tre, talvolta quattro volte per notte.

Io quindi me la dormo appena lui se la dorme e rinuncio a tante cose che amavo fare: leggermi un libro, guardarmi un film, approfondire sul web le notizie del giorno. Non lo posso fare perché devo avere energie per affrontare la notte.

Ognuno la sua verità

C’è una scienza sterminata sul sonno notturno dei neonati. STERMINATA.

Ci insegnano che è giusto così, che i bambini si svegliano per stimolare la prolattina nella mamma e mantenere adeguato il livello di latte di cui hanno bisogno. Quindi svegliarsi è necessario e va accettato come naturale percorso di crescita del bambino.
Altri dicono che il riposo dei genitori è fondamentale, quindi, in barba alla prolattina, è necessario insegnare ai bambini a dormire più a lungo: dare doppia dose di latte prima di farlo dormire, provare ad aggiungere alla poppata al seno un biberon di latte artificiale per riempire il pancino un po’ di più, usare tecniche di distrazione di massa per evitare di dare il latte al piccolo quando si sveglia di notte reclamandolo.

Io sto tremendamente nel mezzo. Odio svegliarmi di notte. Ho sonno. Ma non riesco minimamente a mettere in atto nessuna presunta “tecnica di facilitazione del sonno” per il mio cucciolo. Se piange e ha fame, se lo tengo in braccio e cerca il mio latte come un disperato, come faccio a negarglielo? Come posso forzarlo a dargli doppia dose di latte alle nove di sera se è stanco morto, se si divincola come un’anguilla, se piange per il sonno che gli pesa sugli occhi? Come posso inventarmi una distrazione quando alle tre di notte piange e rischia di svegliare tutti i condomini e io di trovarmi con una delegazione del telefono azzurro in casa? Come faccio semplicemente a lasciarlo piangere e disperarsi? (Lui, il malefico Estivill, lo conoscete, vero?).
Ecco, io non ce la faccio. Quindi vado a letto alle otto e mezzo di sera. E me lo metto nel lettone oppure nella culla vicino a me e pratico quel co sleeping che mai avrei pensato di praticare. E aspetto che lui cresca, che io possa dormire e possa rimpiangere queste notti in cui mi sentivo distrutta e viva come non mai.

PS
Sono comunque alla ricerca di ogni tecnica che concilia sonno e latte di mamma: raccontatemi la vostra esperienza, sarà preziosa per me e le mamme che ci leggono.

*Napoleone riusciva a dormire solo 4 ore al giorno, suddivise in pisolini di 20 minuti. E  pure Leonardo Da Vinci, e vedete voi quello che sono diventati. Il sonno polifasico lo chiamano. Questo dovrebbero insegnare ai corsi preparto, altro che la stupida respirazione di diaframma.

 

E fu sera e fu mattina: allattare di notte
Tags:                 

11 pensieri su “E fu sera e fu mattina: allattare di notte

  • 8 dicembre 2018 alle 21:36
    Permalink

    Grazie mille! Cercavo un po’ di conforto, mi sono ritrovata in tutti vostri racconti. È dura allattare ma ancora più dura smettere di allattare!

    Rispondi
    • 10 dicembre 2018 alle 17:58
      Permalink

      Coraggio, siamo in molte nella stessa situazione. E molte le hanno vissute. Il confronto e il conforto tra mamme serve sempre tantissimo.

      Rispondi
  • 10 marzo 2019 alle 19:58
    Permalink

    Grazie, leggere queste storie aiuta e da tanto conforto
    Grazie grazie

    Rispondi
    • 10 marzo 2019 alle 22:59
      Permalink

      Dai Martina! Siamo in tante a esserci passate, a passarci e a doverci ancora passare. Forza mamme!

      Rispondi
  • 1 aprile 2019 alle 17:01
    Permalink

    È bellissimo leggerti, non mi sento sola. Io ho una bimba di 10 mesi che allatto da sempre a richiesta. Lo svezzamento è stato durissimo perché di cibo diverso dal mio latte non ne voleva proprio sapere (soprattutto quando non si sente bene, vuole solo il seno!). Vorrei allattare fino all’anno ed approfittare dell’estate che sarò con mia mamma e gli altri parenti per smettere di allattarla (a settembre vorrei farle iniziare il nido e cercarmi un nuovo lavoro, al momento sono a casa). Al di là dei miei “programmi”, alterno momenti di assoluto dispiacere pensando a quando non allatterò più la piccola e la paura di perdere un nostro momento intimo e speciale, a momenti in cui non vedo l’ora di smettere perché a volte è davvero pesante e mi sento stanca(il momento della nanna è critico e la notte è costellata di risvegli con poppata). Magari penso che se smetto di allattarla dormirò di più, che potrò sentirmi più libera di lasciarla una sera ai nonni quando ce ne sarà l’occasione(non vivono nella nostra città), di poter uscire con mio marito e ritrovare dei momenti solo per noi. Sono consapevole che smettere di allattare non risolve magicamente dei problemi e che
    anzi mi spaventerà tanto farlo soprattutto a livello psicologico, ma quest’alternanza di stati d’animo mi fanno pensare che pian piano mi sto avvicinando al momento in cui vorrò smettere. Grazie mille per le tue parole.

    Rispondi
    • 2 aprile 2019 alle 17:59
      Permalink

      Cara S., quello che scrivi è naturale. L’alternanza di sentimenti è normale e non ti devi sentire strana. È normale fare dei programmi, è normale avere voglia di riprendersi degli spazi, è normale avere debolezze e rimorsi. L’importante è essere consapevoli che l’amore che mettiamo nel rapporto con i nostri bambini è la cosa che conta. E l’amore verso i bambini è anche l’amore che dimostriamo verso noi stesse come donne, oltre che come mamme. Una mamma felice è una mamma che dà felicità. Non c’è altra regola che funziona. Buon cammino!

      Rispondi
  • 19 ottobre 2019 alle 2:00
    Permalink

    Io mi sento terribilmente in colpa. Sono mamma da tre settimane e la notte faccio una fatica enorme per allattare. Mio figlio la sera diventa iperattivo e quindi il momento dell’addormentamento è dannatamente lungo. Quando finalmente si addormenta, so già che nel giro di 2-3 ore si sveglierà per mangiare di nuovo e io passerò un’altra ora e mezza sveglia tra tetta, cambio pannolino e addormentamento. E di nuovo così 2-3h dopo. Sono stanca, stufa, non trovo gratitudine in una notte di sonno frastagliata. Possibile che dopo tre settimane non riesca a sopportare le notti? Mancano ancora più di 5 mesi alla fine dell’allargamento esclusivo e io già sono in difficoltà? Finiranno queste notti? Spesso mi viene da piangere: tornerò mai a dormire tutta la notte?
    Il cosleeping non fa per me. Vorrei che il bambino stesse in camera sua nella sua culla… e quando mi sveglio stremata con lui tra le mie braccia mi sento delusa da me stessa per non essere riuscita a portarlo in camera sua e averlo fatto addormentare nella sua culla. Stare nel lettone è un vizio che non voglio dargli perché temo poi di non riuscire a togliergli.
    Mi sento una madre inadeguata, egoista e probabilmente la maternità non fa per me. Sono sensazioni terribili, che a fatica spariscono quando mi sveglio la mattina. Sono stanca e stremata, ho bisogno di sonno e un bel riposo continuativo di 7-8h!

    Rispondi
    • 20 ottobre 2019 alle 0:51
      Permalink

      Ciao Laura, sono tre settimane che sei mamma: DATTI TEMPO!
      La cosa fondamentale è DARSI TEMPO. Nessuna di noi nasce che sa fare questo mestiere, a nessuna di noi piace non dormire la notte, a nessuna di noi piace cullare un bambino che piange. Non ti sentire in colpa perché è normale.
      Un bambino di poche settimane piange, ha bisogno di essere allattato tantissimo, si sveglia spesso e ti rende la vita molto molto difficile.
      Chi ti dice che non è così, dice, perdonami il termine, cazzate.
      Quindi normale che tu sia stanca, tu sia stufa, tu sia stupita di quanto tu non possa farcela.
      Però ti dico anche che è normale che fra altre tre settimane ti sentirai meno distrutta. Meno affranta. Capirai che la maternità non è un cazzo facile e ti abituerai a questa idea. Ti innamorerai piano piano del tuo bambino e te ne fregherai totalmente del farlo dormire nel suo letto. I bambini piccoli non ci dormono nei loro lettini. C’è poco da fare, vogliono stare accanto alla mamma. E se la mamma accetta questa cosa dorme e riposa mille volte meglio. Fidati.
      E non prendono il vizio. Non lo prendono. I miei bambini hanno dormito entrambi a fianco a me fino ai due anni. Ora che ne hanno tre e cinque dormono nei loro letti nella loro camera dalle 10 della sera alle 8 di mattina.
      A diventare mamme si dorme poco il primo anno. Ti sembrerà di impazzire a volte. Ma poi, si dorme di nuovo. Te lo dice una che i primi mesi di maternità voleva morire dal sonno che aveva.
      Unico consiglio che posso darti adesso è quello di provare a dormire di giorno quando dorme lui. Io al mattino a volte lo facevo riaddormentare, lo lasciavo con mia madre un paio di ore in cucina e io mi rimettevo a letto. Magari dormivo dalle 10 alle 11. E mi ritrovavo a lavarmi i denti alle 12. Ma poi i ritmi migliorano e le difficoltà dell’inizio si superano.
      Non sei egoista, sei umana. E soprattutto stai tranquilla che sarà l’esperienza più figa del mondo, perché l’avrai fatta tu al mille per mille e ne sarai estremamente orgogliosa.

      Rispondi
    • 6 febbraio 2020 alle 15:07
      Permalink

      Ciao Laura,
      Spero che vada meglio da quando hai scritto questo sfogo! Io ho un bimbo di 8 mesi che, dopo un periodo in cui dormiva abbastanza bene, ha ripreso a svegliarsi molte volte a notte. Prima di diventare mamma anch’io avevo l’irreale supposizione che il bimbo dovesse stare nel suo lettino in camera sua, poi ho ridimensionato le mie aspettative capendo che non era la cosa giusta neanche per me, che le energie per non tenerlo nel lettone le dovevo risparmiare per molte altre cose! Ora che mi sono resa conto che non è una strada in discesa, ma che è a collinette e montagnette, e che una volta raggiunto un obiettivo non è detto che questo venga mantenuto a lungo, e che però col passare del tempo tutto si aggiusta da solo, ho deciso che mi affido al tempo e basta, nessun metodo, nessuna energia sprecata per anticipare qualcosa che inesorabilmente varierà ancora mille volte perché il bambino non è ancora fisiologicamente pronto a fare, solo trovare la soluzione più comoda, più semplice, che meno fa innervosire e impazzire, perché la cosa importante è essere serene. Questa per ora è la mia: bimbo nel lettone, latte quando si sveglia, dormire quando posso di giorno. Dico “per ora” perché magari tra un po’ qualcosa può cambiare e io mi voglio concedere il lusso di non stare radicata ai miei “principi” e di impazzire solo per non essere incoerente con me stessa. Perché me lo merito! Perché mi sto facendo in mille! Perché sto facendo il massimo! E me ne frego se una pediatra mi dice che non va bene tenerlo nel lettone, primo perché non lo deve fare lei, secondo perché non c’è scritto da nessuna parte che è diseducativo o nocivo, quindi perché devo complicarmi la vita quando dormirà comunque da solo, quando si sentirà pronto e sicuro?
      Per ciascuna mamma può essere una soluzione diversa, ma la cosa importante è trovarla, essendo sincere con se stesse e riconoscendo i propri limiti senza sentirsi inadeguate. Anzi, dovremmo sentirci esattamente l’opposto, super competenti e in grado di adattarci alle difficoltà!! 🙂
      Un abbraccio

      Rispondi
  • 23 ottobre 2019 alle 21:27
    Permalink

    Cara Laura. Io sono mamma di tre bambini l’ultimo dei quali ha due mesi. Tre figli diversi con cui ho avuto esperienze differenti. Nonostante dicano che l’esperienza insegni in parte non é così. L’ultimo ha messo in dubbio tutte le mie convinzioni su come essere madre. Mi sono ritrovata ad affrontare difficoltà fino ad ora solo sentite da altri e mi sono dovuta arrendere all’idea che forse non dipende tutto da noi. Alle volte bisogna solo accettare la situazione per quella che é. É una maturazione personale che ti permette di lasciarti andare imparando ad arrenderti. Ma parlo di una resa che magicamente ti dà nuova forza e vitalità. Nuovo amore per tuo figlio che come te..perfetto non é. Le cose credimi si aggiustano. Non pretendere troppo da te stessa ora sei avvilita e demoralizzata..abbattuta soprattutto per la stanchezza che ti assale (per non parlare della situazione ormonale che a sole tre settimane dal parto influisce non poco!). Come ti é già stato giustamente suggerito..condivido..DATTI TEMPO! So che é difficile. So che é moralmente più che fisicamente estenuante perché ti senti sbagliata. Ma non lo sei e non stai sbagliando nulla. Questo me lo disse mio marito ed é la frase che più mi é servita. Se posso poi darti un suggerimento pratico fai le cose per gradi. Magari tieni tuo figlio nella culla accanto al tuo letto che é meno stancante. La notte se lo devi allattare fallo da sdraiata in sicurezza. Potrebbe essere che ti addormenti con lui ma non importa. Al risveglio rimettilo in culla e così via. Col tempo lo farai sempre meno. Fidati di lui/lei ma sopratutto di te stessa perché se vuoi arrivare ad una meta ce la farai anche se il percorso risulta diverso da quello che pensavi. Un abbraccio e tanta fiducia nelle tue qualità di persona prima..E di mamma poi!

    Rispondi

Rispondi a Monica Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.